I Social Media Sono Dannosi per i Giovani Calciatori?

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Calcio Giovani

Il calcio è in continua evoluzione e una delle forze più trasformative degli ultimi anni è stata l'ascesa dei social media. Piattaforme come Instagram, TikTok e X (ex Twitter) sono ora profondamente intrecciate con il gioco, non solo a livello professionale, ma sempre più anche all'interno delle accademie giovanili e dei sistemi di sviluppo. Queste piattaforme offrono opportunità uniche, ma anche sfide significative, in particolare per i giovani calciatori. Il Peso dei Riflettori I social media hanno cambiato il modo in cui i tifosi interagiscono con i calciatori. Non più limitati a stadi e televisione, i sostenitori ora esprimono le proprie opinioni online, spesso immediatamente dopo le partite. Per i giovani giocatori, soprattutto quelli agli esordi nelle prime squadre o ancora nei vivai, questa costante esposizione può essere opprimente. Molti di loro gestiscono profili social e, sebbene questo possa aiutarli a costruire un brand personale, li rende anche vulnerabili alle critiche pubbliche. Dopo ogni partita, possono essere oggetto di commenti negativi, insulti o addirittura abusi online. Data la loro giovane età e mancanza di esperienza, non tutti hanno ancora sviluppato la resilienza mentale per gestire questa pressione. Un singolo errore può diventare virale, danneggiando fiducia e prestazioni. Dall’Infanzia alla Ribalta Pubblica Una tendenza crescente è la creazione di account social per bambini di sette o otto anni, spesso gestiti dai genitori, che pubblicano video degli allenamenti, clip delle partite e traguardi personali. Sebbene possano offrire visibilità e aiutare nella costruzione di una carriera, rischiano di esercitare una pressione eccessiva su bambini non ancora pronti emotivamente per tale esposizione. Una Maggiore Attenzione alla Salute Mentale Fortunatamente, il mondo del calcio sta rispondendo. A differenza del passato, club e federazioni ora prendono molto più seriamente la salute mentale. Molti impiegano psicologi, tutor e educatori per aiutare i giovani a gestire la fama, le critiche e la costruzione della propria identità nell’era digitale. Workshop, seminari e sistemi di supporto interno sono diventati sempre più comuni nelle accademie e nelle federazioni. Questi sforzi puntano a fornire strumenti per affrontare la pressione, costruire autostima e sviluppare un rapporto sano con i social. Le Voci dell’Esperienza Chris Turner, ex portiere del Manchester United ai tempi di Sir Alex Ferguson, ha condiviso la sua opinione in un’intervista a RG.org: “State lontani dai social media. Dopo ogni grande partita, i giocatori possono essere presi di mira per errori, rigori sbagliati o espulsioni. Ai miei tempi, dovevi sviluppare forza mentale per affrontare le difficoltà – che si trattasse di essere esclusi dalla rosa o perdere partite. Oggi ci sono responsabili del benessere e manager dei social media, ma il mio consiglio resta lo stesso: stai lontano dai social, ignora le critiche e concentrati sul tuo gioco. Se non riesci a gestire le critiche, non farai strada nel calcio professionistico.” – Chris Turner, via RG.org Le sue parole riflettono le preoccupazioni di molti veterani che riconoscono quanto il peso emotivo dei media moderni possa compromettere carriere promettenti se non gestito con attenzione. Non Tutto è Negativo Anche se i pericoli sono reali, i social media hanno anche un lato positivo. Possono offrire visibilità a giovani talenti provenienti da regioni remote, che altrimenti passerebbero inosservati. Un video ben montato può attirare l’attenzione di scout, agenti e club, aprendo porte impensabili in passato. Inoltre, possono aiutare i giocatori a creare un rapporto con i tifosi, costruire un’immagine positiva e promuovere cause o iniziative importanti. Trovare l’Equilibrio L’influenza dei social media nel calcio è destinata a restare. La vera sfida è imparare a usarli in modo intelligente. Per i giovani calciatori, l’obiettivo dev’essere trarre beneficio dalla visibilità proteggendo al contempo la propria salute mentale e rimanendo con i piedi per terra. C’è ancora del lavoro da fare – da parte dei giocatori e delle istituzioni che li supportano – ma con la giusta guida e le adeguate tutele, i social media possono diventare uno strumento di crescita invece che una minaccia allo sviluppo.


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